Il post del mio socio sul sesso da storpi ha condesato una serie di paturnie diversamente sessuali che difficilmente trovano espressione soprattutto nel momento in cui le vivi. Molto d'aiuto in questi casi è l'ironia che lima, per quanto possibile, l'ansia da prestazione del maschio medio, storpio o meno che sia. Da questo punto di vista mi sono sempre stati utili gli Squallor per farmi la giusta risata ,anche amara, su varie situazioni capitate. In occasione della scomparsa di Giancarlo Bigazzi dunque questo blog non può non celebrare questo cantore dell'ammore che rende tutti un 'pò spastici.
Ascoltate e soprattutto meditate.
noi siamo storpi, teste de cazzo e lanciamo occhiate da piattaforme vacillanti
venerdì 20 gennaio 2012
martedì 17 gennaio 2012
lo storpio e il sesso
Il sesso è il vero salto di
qualità, o anche solo il salto, per lo storpio; l’ostacolo oltre il quale si
acquisisce la sicurezza del proprio mezzo e dei propri mezzi.
L’orgasmo non onanistico, in
altre parole, rassicura lo storpio, gli dà fiducia, lo rende in qualche modo
libero.
Questo ostacolo, come qualsiasi
altro frapposto ad un risultato importante, non è affatto agevole da superare e
per la verità pone lo storpio innanzi a molti problemi erotico-esistenziali-pratici
che egli è sempre tentato di evadere con una soluzione onanistica, che però
alla lunga annoia o per lo meno deve essere integrata da un rapporto “completo”.
Vediamo un po’, dunque, la via
che lo storpio deve percorrere per la meta dell’accoppiamento.
Una volta individuata la “donzella
obiettivo”, la si affascina e seduce con sguardi, abilità retoriche, abilità
intellettuali, abilità emotive, abilità manuali, abilità linguistiche. Sino a
che non è necessario tirar giù i pantaloni ovvero tirare fuori ESSO, tutto
procede per il meglio, “normalmente”. Diciamo la verità, spesso lo storpio
dispone di una dose superiore alla media di quelle risorse pre/pro-sessuali che
piacciono alle donne. L’accalappiamento, quindi, può riuscire senza troppo
sudore. Segue una fase di studio e di semina, si potrebbe dire, o di stand by
in attesa che maturi l’ora X. Lo storpio è teso alla meta e non si pone troppi
problemi, è concentrato per cogliere ogni minimo dettaglio che comunichi: ok,
ora si! Quando questo “ORA SI” arriva, innanzi agli occhi dello storpio non si
presenta la raffigurazione del sesso ma quella dell’ostacolo, il muro, i muri.
Il primo problema è che il sesso,
come la morte, è uguale per tutti, almeno per una cosa: bisogna svestirsi, pur
parzialmente. Questo implica che lo storpio deve tirar fuori non solo il COSO
ma anche le storpiaggini o le attrezzature meccnico-ferrose che usa per
muoversi. La dose di stress ammosciante è dunque già potentissima, quando si
presenta il secondo problema detto “della posizione proibita”. Spiego; nonostante lo storpio sia in grado di
eseguire il 99% percento delle prestazioni
sessuali approfonditamente studiate per lunghe ore, con il supporto di
filmati porno-didattici, qualche posizione proprio potrebbe risultargli
proibita; e se la donzella, porcella, dovesse proporre proprio quella? Insomma
ansia, su ansia, su ansia: l’ansia da nudità , l’ansia da richiesta di posizione
proibita e per finire l’ansia, normale, come quella dei non storpi, da
prestazione. Bisogna esser davvero duri per rimaner belli pronti.
La verità è che queste ansie sono
solo il frutto di pippe mentali e la storia finisce come tutte le storie in cui
ci si è sedotti a vicenda e si è molto eccitati: si tromba, senza scrupolo,
senza problemi e senza rimedio.
Il guaio è, però, che di tutto
questo lo storpio diviene cosciente solo dopo la 118a trombata.
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